A proposito degli impianti a biomasse:
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”
Partendo non si sa da dove nella legge di conservazione della massa e travisando per intero il principio di Lavoisier appena citato, la normativa vorrebbe che gli impianti a biomasse non generassero assolutamente particolato [PM] o biossido [NO2].
MA CIÒ È SCIENTIFICAMENTE IMPOSSIBILE.
Differentemente da questa velata ipotesi bisogna essere concreti, qualcosa producono: si chiama innanzitutto entropia e poi inquinamento.
Andiamo a vedere come e perché.
Entriamo velocemente nella legge.
La Deliberazione dell’Assemblea Legislativa regionale n. 51 del 26 luglio 2011 stabilisce i criteri generali di localizzazione per l´installazione di impianti di produzione di energia mediante l´utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili eolica, da biogas, da biomasse e idroelettrica.
Tale atto prevede che “nelle aree di superamento e nelle aree a rischio di superamento degli standard di qualità dell´aria si possono realizzare impianti a biomasse a condizione che sia assicurato un saldo emissivo uguale o inferiore a zero per gli inquinanti PM10 e NO²”.
Ecco, vista la legge, queste sono le aree di superamento e aree a rischio di superamento e questi sono i criteri per l’elaborazione del computo emissivo. Contenti?
Purtroppo tale saldo delle emissioni è sicuramente a sfavore dell’impianto a biomasse che, in molti casi, è provato riesca a produrre anche metalli pesanti e diossine in presenza di clorurati, ramato, fertilizzanti, concimi e altri composti presenti nella materia conferita, oltre all’emissione di elementi cancerogeni ed altamente dannosi per l’organismo umano. Il come e il perché di tutto questo, per chi vuole approfondire come avviene l’inquinamento nel dettaglio, è spiegato in molti studi sparsi nelle varie università del pianeta e alcune di queste sono raccolte qui. Un altro contributo del Dott. Valerio è qui.
Certo i valori sono apparentemente bassi in alcuni casi, come del resto si difende anche l’azienda che dirige l’inceneritore adducendo che il loro è inquinamento nei limiti di legge per m³, ma sono sempre un’aggiunta quotidiana a quanto già assodato in un territorio come questo, che è tra le prime 13 province in Europa per produzione di NO² e tra le prime 23 per produzione di particolato fine, oltre al fatto che il tonnellaggio di materiale lavorato produce centinaia di milioni di metri cubi di gas e polveri.
Ma quando l’inquinamento prodotto supera i limiti di legge chi è che deve intervenire?
Lo chiedo perché non è chiaro. Si continuano ad inserire tonnellate di prodotto inquinante nella nostra atmosfera, sforando consecutivamente anno dopo anno la quantità di inquinanti presenti nel nostro ambiente e mai nessuno arriva a determinare la causa o i responsabili.
Non sarà che noi pensiamo che l’inquinamento cresce ed è normale, oppure che qualcuno è già intervenuto per tacere ogni dissenso a queste “pratiche comuni”?
Tocca a noi cittadini intervenire, prima che sia troppo tardi.
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