Ieri ero a spasso per la mia città come spesso accade con la bici. Percorrendo un lungo tratto dalla fiera al mare e alcuni punti della città, del lungomare, dei sobborghi e delle periferie, per poi tornare dal parco Marecchia dopo aver passato la lungofiume da San Giuliano, in questa occasione ho avuto modo di riflettere per l’ennesima volta sui controsensi a cui le brutte abitudini ci hanno forzato nella nostra vita di città.
Visualizza mappa ingrandita delle Ciclabili della città di Rimini su OpenStreetMap
La città è bellissima, le nostre aree verdi non hanno perso troppo terreno nell’ultimo mezzo secolo e questo è positivo [Visualizza su Google Earth le mappe della nostra città degli anni passati confrontate con oggi].
Le rotonde hanno sostituito molti semafori, questo era necessario da quando il numero di veicoli immatricolati ha superato quello dei residenti [336.285 abitanti con 361.057 veicoli: visualizza il numero totale di immatricolazioni suddiviso per provincia], peccato che al rosso beccavi la multa mentre nella rotonda puoi fare più o meno quello che ti pare.
Certo, tutte quelle macchine rendono un po’ ridicola la città, ma mai quanto alcuni dei suoi occupanti una volta scesi
Dai bastioni al lungomare vedi ovunque SUV [Sport Utility Vehicle], miniSUV e soldiSUV, in infinite varianti e tutte in maggioranza di aziende estere. Oltre chiaramente a qualche auto normale, utilitarie e berline, ormai più uniche che rare, a molte biciclette -per fortuna- e agli immancabili centauri che come i ciclisti rischiano spesso la vita girando sulle nostre strade [il numero di ossa rotte nella nostra provincia ha fatto si che abbiamo {avevamo prima dell’area vasta} da Rimini a San Marino 3 ottimi reparti di fisiatria].
I SUV, dalla A di Audi alla V di Volkswagen, sono ormai tutti uguali a parte le dimensioni: “pianta larga” linee accattivati e aerodinamiche, fanalerie dagli “sguardi ammiccanti” per la quinta essenza dell'”auto donna”.
In comune le auto hanno tutte che sono mostri di consumo carburanti e armi improprie perché troppo spesso abbandonate a loro stesse, visto che una buona parte viaggiano in mano a gente distratta che ingrassa le casse comunali e le assicurazioni, mentre chiacchiera e chatta (tra le tariffe più alte in Italia per un motivo specifico). [vedi il confronto tra tariffe nella città della nostra regione, oppure confronta un preventivo con città come Rimini/Forlì/Milano/Palermo, o analizza il livello di multe pro-capite della nostra città, senza contare le ultime installazioni dei vigili elettronici].
Milioni di tonnellate di carburanti che servono giusto a percorrere in media quel tragitto di 20 km/gg per coprire le distanze casa-scuola dei figli-lavoro-supermercato-palestra, poco altro e poi giustamente la “passeggiata” del fine settimana [vedi valori di percorrenza/consumi medi dei mezzi a motore].
Le rotonde ad esempio mancano di rispetto delle istruzioni, pochi cartelli sul comportamento da tenere e la segnaletica orizzontale non aiuta di certo. Inoltre le informazioni ricevute alla scuola guida vengono ben presto dimenticate in favore dell’uso comune di invadere la prima corsia libera per tagliare la strada a chi ci precede.
Questo accade immancabilmente anche sulle tangenziali/statali/circonvallazioni, dove è diventato quasi normale passare a sinistra per tagliare poi a destra in prossimità dell’incrocio. Un po’ come succede in autostrada con il sorpasso a destra che sta diventando l’immancabile aggravio della già intasata situazione.
Ci sarebbe da dirne ancora molte su questi mezzi e sul loro uso improprio, ma sinceramente mi basta guardare quella cappa rossa sul nostro cielo e i valori di diossido di azoto e co2: Rimini è stata tra le 15 città più inquinate d’Europa nel 2010 e tra le prime 30 a buon punto per risalire oggi. Se si potessero raccogliere queste particelle invisibili, che respiriamo ovunque perché presenti in massa essendo causate della combustione, quindi si riuscisse a trasportarle in un punto, ebbene, sulla nostra spiaggia riusciremmo a creare uno strato di 1 centimetro di catrame rosso nerastro tipo ciclabile.
Con quello che producono i mangiacarburanti potremmo asfaltare ogni anno la nostra spiaggia con 1 centimetro. Negli ultimi 10 anni avremmo un massiccio lastrone di 10 centimetri invece della nostra spiaggia [vedi calcolo del prodotto d’inquinamento dei mezzi a combustione].
Ora, non è che il fatto che non ci sia un lastrone lì, ci permetta di dirci salvi, anzi, il km0 che sentiamo spesso raccontare nei tanti ristoranti, viene portato con altrettanti camion con sopra e dentro i residui di tutta quella produzione dei motori a combustione [vedi gli studi sull’inquinamento degli alimenti effettuati con il microscopio elettronico a scansione].
Le insalate prodotte nei campi da San Mauro a Coriano [inceneritore] fino a San Giovanni in Marignano, si snodano intorno al percorso autostradale che inquina quanto è più di tutte le città della provincia, visto che viene percorso quotidianamente anche nelle feste comandate da mezzi pesanti che vanno ben oltre i nostri confini [dati inquinamento SPEA nei rilevamenti durante l’allargamento della terza corsia].
Abbandoniamo i mezzi a motore nei vari parcheggi, con una ruota sul marciapiede e l’altra nella ciclabile, il muso sulle strisce e gli specchietti opportunamente piegati, quindi concentriamoci sulla nostra città.
Un panorama sconfortante.
Il meglio di se il conducente e gli occupanti del mezzo lo danno quando scendono a terra.
Ora sono loro le vittime che devono ben guardarsi dagli altri mezzi che sfrecciano. Persi e disorientati in mezzo al traffico, mentre camminano nelle ciclabili se non vi hanno addirittura parcheggiato l’auto. Tanti bambini abbandonati a loro stessi, alcuni a spasso per strada, altri nelle ciclabili. 3 culoni occupano un’intera via, come se fosse di loro esclusivo appannaggio, come non ci fosse anche un terzo di milione di persone a spasso nella stessa città turistica. Ora sono lì a sentire quell’olezzo di fogna che intasava ieri viale Vespucci, non rimane che sdraiarsi su una bella panchina e respirare a pieni polmoni.
Ecco la passeggiata è finita.
Ci vorranno almeno 4 ore prima che il loro disorientamento venga meno e comincino a sentire la stanchezza del camminare. Anche la mancanza di poggiare il culone sulla comoda finta pelle del SUV, con gli interni neri e quindi incandescenti sotto il sole da 4 ore. Peccato, proprio adesso avrebbero potuto cominciare a capire, ad assaporare, ma in effetti è vero, si sente nell’aria il profumo di idrocarburi incombusti dell’orario di punta e il richiamo diventa irresistibile. L’essenza aromatizzata degli IPA attira velocemente verso il loro mezzo tutti allo stesso orario. Così coordinati ad intasare nuovamente una bellissima città, alla ricerca di un luogo il più possibile distante per spargere altro inquinamento e andarne a mangiare di nuovo da un’altra parte.
Fortunatamente tutta questa marea di persone non può [ancora] parcheggiare nei parchi e non ama tantissimo l’aria pulita lontano dalle strade trafficate e dalle aree commerciali, per cui rimane la possibilità ai ciclisti e agli amanti delle camminate la possibilità di godersi il meritato riposo nelle nostre aree verdi.
Una raccomandazione è d’obbligo, non rimanete nei parchi all’ora del tramonto, perché l’abbassamento di temperatura e il fattore di umidità, fanno si che la condensazione di tutto quel ciarpame di aerosol velenosi si accumuli proprio nelle aree verdi come testimoniano le centraline verdi di ARPAE che misurano l’inquinamento all’altezza di 4/5 metri (figuriamoci a 1,6 o peggio ad altezza di passeggino) [vedi risultati degli studi di ARPAE sulla mutagenesi e genotossicità dei campionamenti delle nostre città negli ultimi 8 anni poco più sopra].
Ciao riminesi.
Vi auguro un lunedì di Pasquetta consapevole.
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