Questa la proposta dei PidDini che intendono risolvere la questione delle slot machines limitandone l’uso al subordine della tessera sanitaria. In realtà sappiamo tutti benissimo che dalle falsificazioni, ai furti, alla mancanza di una raccolta dati specifica [e costosa], l’idea risulterebbe inutile e solo un manifesto politico.
Dove nasce la proposta di limitare l’uso delle slot machines?
A parte le questioni di carattere sociale ed economico relative all’azzardopatia, vi sono altre problematiche rimaste disattese. Esistono anche alcune questioni in sospeso tra lo stato, i servizi di pubblica sicurezza, il ministero dell’economia e dall’altra parte i concessionari del gioco d’azzardo, alcuni distributori e la rete capillare di impiegati e responsabili. Questioni apparentemente irrisolvibili che vanno dalla tassazione, al riciclaggio, sino alla tracciabilità delle puntate.
La proposta: se di tessere dobbiamo vivere, tanto vale…
Sarebbe pertanto interessante includere l’utilizzo delle slot machines in una forma di pagamento esclusivo con transazione elettronica. Ossia, una legge nazionale improntata alla sicurezza sociale e alla tracciabilità del denaro che dica;
- se vuoi giocare alle slot lo fai solo con una carta di credito o un bancomat;
- limite mensile per il gioco d’azzardo del 10% degli incassi del conto a cui la carta di credito/debito è collegata.
Le banche devono sottostare alle leggi come tutte le altre imprese. Lo stato deve tutelare i cittadini, soprattutto quelli più deboli.
Questo accordo con le banche non è impossibile, se si impone tramite un decreto legislativo di sicurezza. L’abilitazione delle carte di credito nelle slot machines non è difficile, il costo di un POS è accettabile per le aziende che lo potrebbero installare con un minimo impegno e finalmente con questa legge si potrebbe togliere quel costo vigliacco delle commissioni e degli estratti conto nelle transazioni con carta di credito e di carta di debito.
Il governo regionale cosa può fare
A livello regionale non si potrebbe adottare nessuna limitazione di questo tipo per le ludopatie. Neppure obbligare forze dell’ordine e gli enti locali con le loro forze di polizia municipale, per svariati motivi che non sto ad elencare tra esiguità di risorse e lotte sindacali in seno alle forze dell’ordine.
Quello che può fare la regione è la divulgazione;
- Spiegare forte e chiaro, tramite apposite campagne informative, che i propri sogni si spezzano con il gioco d’azzardo;
- Indicare chiaramente, trasparentemente, dove vanno a finire gli incassi delle slot;
- Giocare alle slot, o comprare i gratta e vinci [più corretto chiamarli “gratta e perdi”], consente allo stato di destinare piccoli quantità dei fondi alla manutenzione dei reperti storici, in piccolissima parte destinati ai musei e agli scavi, ma in larghissima parte a rimpinguare le casse dei produttori e dello stato/regione per scopi ancora tutti da chiarire.
Quindi un semplice no categorico e un chiarimento alla campagna di sensibilizzazione potrebbero bastare, ma altro non riesco ad immaginarlo a livello regionale.
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